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Nell’idea delle lapidi, che nasce in un cimitero di campagna, Xerra è coinvolto dal pathos dell’oggetto dimenticato. In luogo della fotografia del defunto l’artista inserisce uno specchio, e sicuramente considera l’ambiguità dell’immagine duplicata che caratterizza molte opere di Man Ray, ma pensa anche alla presenza oscura delle cose riflesse. Pensa al motivo iconografico della giovane che guardandosi allo specchio scorge la figura della morte, allegoria della vanitas e memento mori, ma con la sua invenzione ribalta l’iconologia. Xerra attua un deragliamento intenzionale del pensiero percettivo con l’introduzione dell’effetto straniante prodotto in chi contempla la propria immagine riflessa nello specchio, fedele ad ogni mutevole gesto ed espressione del momento, e l’eternità della lapide di marmo, e il suo essere fuori del tempo contingente.
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